Lubit 5, nome in codice Jean, è una distro GNU-Linux, sia a 32 che a 64 bit, che avrà un supporto ancora per 4 anni. Utilizza, come window manager, Openbox, e trova nel minimalismo la sua forza.
Leggera, poco avida di risorse, fluida, estremamente elegante e raffinata nelle scelte grafiche. Pensata per ridare vita a pc obsoleti o per rendere ancora più performanti i computers di ultima generazione.
Molte sono le novità rispetto alle versioni precedenti e molti sono i tools propri di Lubit, cioè creati ex novo per Lubit.
- Il lubit control panel, un pannello dove l’utente ha tutti gli strumenti per configurare Lubit come meglio gli aggrada.
- Il lubit software center, un tool ad interfaccia grafica con cui poter installare una vasta gamma di programmi, selezionati in base alla frequenza d’uso da parte della comunità GNU/Linux. Il programma è in continuo sviluppo, e col tempo sarà implementato di nuove funzioni.
- Il lubit conky change, un tool ad interfaccia grafica con cui cambiare lo sfondo colorato al conky. Anche questo programmino sarà, col tempo, implementato di nuove funzioni. Lo scopo è quello di poter modificare il conky, in tempo reale, in ogni sua parte e senza fare danni.
- La lubit radio, un tool per ascoltare oltre 35 radio in streaming.
- Il lubit imc, un programmino per calcolare l’indice della massa corporea. 🙂
- La docky wbar “3D“, completamente configurata per Lubit.
- Accorda, un tool che ci permette di accordare la chitarra.
- CreaPW, un tool che ci consente di creare password sicure.
- Televideo, un piccolo script per avere il televideo rai sempre a portata di mano
- Gmail.py, uno script in Python, che notifica nel conky l’e-mail ricevute.
- oblogout, l’applicazione di spegnimento.
- Obmenu-generator, scripts in perl che gestiscono il file menu.xml e che sostituiscono obmenu. Dopo aver installato un programma, basta cliccare sulla voce rigenera il menu, per ritrovarsi il lanciatore del programma e la rispettiva icona nella sezione appropriata del menu stesso.
- Not-folder, un’applicazione che, nel momento in cui ci si logga, nasconde le cartelle e file nascosti del file manager.
- lubit-menu, un’applicazione che associa il lancio del menu al tasto start, posizionato sulla docky.
Tantissimi sono ancora gli script che operano dietro le quinte per rendere lubit più fluida e performante.
Sono stati configurati ad hoc centinaia di file di sistema, molti dei quali in /etc, in /usr/share, /boot, /lib /usr/lib, /usr/local/bin, tantissimi in ~/.config, directory cardine.
Tra i programmi installati trovate anche Firefox 35, abiword, pidgin, pcmanfm in lubit 32 bit, thunar in lubit 64 bit, Synaptic, lxterminal, liferea, istantanea, gparted, bleachbit, GDEbi, Evince, Tint2, DeaDBeeF, Xfburn, Guvcview, Gnome-MPlayer, Nitrogen in Lubit 64 bit, LXAppearance, Volumeicon-alsa, gsimplecal, svariati codec audio e video che ci consetiranno di eseguire qualsiasi file multimediale già da Live, etc.
Lubit è stata rivisitata ex novo anche graficamente, ad iniziare dal tema del plymouth, dallo sfondo della scrivana, dallo sfondo di lightdm, per finire ai tasti dello spegnimento. Il tema di default è Numix, le icone, invece, Awoken. Per la docky sono state utilizzate le icone Manjaro_Fussion Hologreen, anch’esse rilasciate con licenza gpl.
Il code name di Lubit 5 è Jean. Giusto due parole per spiegarvi chi era Jean. Bisogna partire dal Telaio Jacquard, il cui inventore pare sia stato Joseph Marie Jacquard.
Questo telaio è la prima applicazione pratica delle schede perforate. Siamo agli inizi dell’800. Il telaio ebbe così tanto successo che Napoleone I conferì a Jacquard una pensione onoraria per aver brevettato la macchina. In realtà, però, il prototipo del telaio Jacquard è stato realizzato quasi tre secoli prima, nella seconda metà del secolo XV, da un tessitore catanzarese, conosciuto a Lione come Jean le Calabrais… A Lione, nel ‘500, i maestri setaioli catanzaresi vi andarono per insegnare, non per apprendere, e non a caso uno dei più antichi telai, a schede perforate, prototipo del computer, oggi esposti proprio a Lione nel Museo della Seta, porta ancora inciso il nome del maestro “Jean le calabrais”. E con Lubit 5 vogliamo rendere omaggio proprio a lui. Lubit 5, nome in codice: Jean.
Lubit, infine, è un progetto squisitamente italiano e, salvo qualche eccezione, parla in italiano.
Per scaricare Lubit Linux 5, 32 e/o 64 bit: QUI
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